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PREFAZIONE
In quest’opera in 5 Atti, scritta in versi liberi, endecasillabi e settenari, il “protagonista-io narrante” attraversa le diverse epoche della storia terrestre ed umana, in particolare di quella europea, incontrando alcuni personaggi significativi di ogni periodo e raccontando il corso degli eventi attraverso dialoghi e monologhi.
PREFAZIONE
In quest’opera in 5 Atti, scritta in versi liberi, endecasillabi e settenari, il “protagonista-io narrante” attraversa le diverse epoche della storia terrestre ed umana, in particolare di quella europea, incontrando alcuni personaggi significativi di ogni periodo e raccontando il corso degli eventi attraverso dialoghi e monologhi.
La narrazione
inizia a partire dai primi eoni geologici terrestri e termina in un ipotetico
futuro marziano, seguendo un articolato percorso attraverso la preistoria,
l’età antica, l’età medievale, l’età moderna ed, infine, quella contemporanea.
La lingua
utilizzata per la stesura scritta è l’italiano (con l’uso in alcuni brevi versi
del francese, del russo in alfabeto occidentale e dello spagnolo); l’inglese
viene usato, interamente, nell’”Atto 4, parte 1” e nell’”Atto 3, parte 2”.
Finalista al "Premio internazionale Salvatore Quasimodo 2018", l'opera si è classificata seconda.
The composition, written in rhymes, (free verses, hendecasyllabes and septenaries), in Dantean italian and Eliotan-Shakespearean english language, is divided into 5 Acts: in each Act the protagonist goes through a different age of human history, in particular of the European one, describing its characteristics and meeting the famous people of that time, through dialogues and monologues.
Finalist at the "Quasimodo international prize 2018", he was ranked second.
Versione completa in pdf: https://drive.google.com/drive/folders/1LvQ5e0xbbZZ4T62-F7Mu1ErKJFlVtIYm?usp=sharing
VIGNATAVAN ATTRAVERSO LA PLACCA EUROPEA
Testo di / Written by: Nicolò Vignatavan
Atto 1: dall’Adeano
all’età dei metalli
(Super)eone Adeano - eone
Fanerozoico fino all’età preistorica. Versi liberi. 1mo schema metrico: AA BB -»
Adeano allo scoccar della doppia cifra,
per quel che la mia mente
al momento decifra,
sebben che lo scriver alla
verità troppo non offra
e la mia mente al troppo
ricordar poi soffra.
Più in là, poi, in archè
tanto caro agli Anassi,
mi chiesi a che pro questi
veloci passi…
eran per le prime forme di
vita sviluppatesi tra i massi,
ma vidi un’enorme palla di
neve, prima che il viaggio continuassi.
Tra fiere selvagge, infin
fui, giù nel Fanerozoico,
nella cui terza età ebbi
dinnanzi sauridi che non ti dico,
ma cadde un asteroide,
quando pensai d’aver raggiunto di Creta il lido,
ipotesi di cui, ancor
oggi, non mi fido.
Mi ritrovai stremato, a
terraferma, in Pangea,
originata da un’antica
Vaalle, dopo aver effettuato l’ardita traversata egea.
Quando fu Eurasia, da sud
ci fu una forte migrazione,
che ancor oggi può
servirci da lezione…
poi un’altra ancora,
rinnovata nell’intenzione
di esseri umani che la
pietra preser in adozione.
Dal deserto del nord, a
Gerico, alla lavorazione dei metalli come abilità,
infin che le sponde
mediterranee furon centro di ogni attività.
/----------/
Atto 2: dall’Antico
Egitto alla storia moderna
Età antica - età medievale - età moderna. Versi liberi. 2ndo schema
metrico: ABABB CDCDD -»
In cielo, Ra, col sole a
mezzogiorno sul Nilo,
attirò Giove nel segno del
leone,
fondendosi con Amon, che
gli chiedette asilo,
come un nucleo che assorbe
un proprio muone,
infin che i loro nomi
furon uniti in addizione.
Dall’aldilà la connessione
in Giza con le necropoli,
attraverso le corna di
Hathor, oltre i Cesari, al piede del monte,
intrecciate come i tre
fiumi simbolo di una futura metropoli,
mi diede l’idea che con il
nord in quell’istante vi fu un metaforico ponte,
che abbagliò la luce di
Ramses II, ma di cui Cleopatra oscurò l’orizzonte.
Più tardi il Dio del
cielo, dinnanzi
alla vetta dei giochi fece
delle isole una macedonia,
in cui l’oscuro poeta
ambientò i suoi romanzi
e da cui il Grande fece
delle terre del Buddha colonia,
per poi morir giovane in
Babilonia.
Vidi Fidia il maestro
abbellire la città-stato,
le Termopili darle
un’alleanza insperata, Pericle regalarle democrazia,
e i dotti filosofi,
dipinti nella scuola dall’artista tanto acclamato,
del venerando e del
solitario evolvere il pensiero via via,
trasmettendo da maestro a
discepolo la dotta teoria.
Ad est il cugino del re
che davanti al piè veloce
si inginocchiò per il
migliore dei suoi cento figli
diede alla luce il pio che,
alla pari dell’astuto dal sofocleo destino atroce,
approdò a diversi
spigolosi scogli
e che gli dei proclamarono
fondatore, annunciandoglielo tra i non svegli.
Poi furon sette come i
colli, Tarquini gli ultimi…
Fu, poi, repubblica, che
agli Scipioni riservò Cartago,
infin che il Divus Iulius
ottenne in Europa poteri massimi,
col numero perfetto, in
alleanza ed in parola mago
e di cui il padre dell’orazione,
anfibolicamente, lodò l’imago.
Il pronipote donò pace,
suo genero bellezza, il maestro del sommo poesia,
ma il neonato impero non
rimase integro in eterno,
minato dall’allievo dello
stoico, dall’amante dei cavalli e dalla sua malattia,
poi l’anarchia militare e
le guerre civili segnarono di quel tempo l’inverno,
prima di Costantino, poi
fu declino per mano dei popoli barbari all’esterno.
Nel frattempo gli
insegnamenti del figlio di Dio d’Israele
si diffusero ad ovest per
mano di Paolo e Luca,
ad est La Mecca diede i
natali al profeta di Allah, ad ogni suo fedele
ed ai primi califfati
ch’ebber sorte caduca,
infin che al passaggio
omayyade-abbaside la storia ci conduca.
Prima simbolica, l’arte
cristina da romanica divenne gotica,
tra vetrate e pinnacoli
d’oltralpe
e nel bel paese la
bellezza fu unica,
in onor del fratel degli
animali e della sua espiazione delle colpe,
del fior fiorentino e
della futura madonnina che guarda l’alpe.
Oltre gli Urali, il più vasto
impero si divise nei quattro Khanati
e l’Orda colorata
conquistò la madre della terra,
raggruppando i territori
non allineati…
in Cina la dinastia
straniera fu respinta oltre il muro guerra dopo guerra,
ridimensionando l’uom che
il colpo di frusta da cavallo sferra.
A nord del Mediterraneo,
dopo la riunione europea svolta dal manzoniano,
la creazione di
città-porti, città-stato e croci armate,
a cui partecipò del sommo
fiorentino un antesignano,
l’ombre del periodo buio
dall’umanesimo furon fermate
e le velleità di grandezza
di Bisanzio, a causa di Barbarossa, abbandonate.
Chiare, fresche e dolci
acque sentii suonare e del principe di follia l’elogio,
poi il Magnifico che di
liriche l’intera penisola stava per abbagliare,
quando di scoperte segnò
il tempo l’orologio,
sol dopo che il nord di
rosso sangue d’Arco e di rose si dovette abbeverare,
infin che il continente
del color della Rinascita si potè dorare.
Ad est i due portoghesi
raggiunsero la doppia estremità sudafricana,
mirando ai poli dei tre
veneziani;
a ponente, Colombo,
attraversando l’Oceano, diede prova d’origin italiana,
ma fu Vespucci, tardo, che
diede il nome ai lidi americani…
poi il navigator del
quinto Carlo col tondo giro sancì della storia il domani.
Nelle arti il genio
universale fu pittore di mirabili sguardi femminili,
di anatomia e volo
innovatore e maestro,
provocando dell’Angel le
incomprensioni più giovanili,
il quale, delle sue forme,
Roma ornò con estro
e che con l’urbinate
gareggiò per esser del pennello l’astro.
Studio degli astri al
quale ivi diede visione moderna Copernico,
che opponendosi alla
teoria dei cieli esterni
fece del globo rivoluzione
e i suoi tempi li scandì Tico,
mentre l’eroico determinò
le pluralità ai contorni,
poi Keplero i fuochi e
Galileo satelliti e stelle in Via e dintorni.
Ad oriente ecco, ora, che
il Terribile raduna le Russie,
ecco che ai Ming è poco
favorevole la Natura
e che di Solimano di
splendor vengono esaudite le bramosie…
qui, invece, le tesi del
teologo minano della Chiesa la struttura
e gli spagnoli con gli
aranci e Montezuma vivono un’aspra rottura…
Le mie orecchie udiron,
poi, risuonar quattro corde
e la mia pelle viver
quattro stagioni,
i miei occhi veder figure
di medici dal rapporto col denaro discorde
e poi legger del padre
drammaturgo amori e complicazioni,
ma fu il Caravaggio che
più mi stupì, tra conversioni e crocefissioni.
In quel secolo in letture
filosofiche mi immersi:
dall’etico dall’occhio
geometrico caro all’analitico,
all’empirista dai rapporti
con la Ragione controversi,
fino al francese che delle
scienze cartesiane fu critico,
ma ad Hannover preferii
fermarmi, dal maestro magistrato e logico.
Nel nord Europa mi accecò
un sole adolescente,
ma fu risalendo ancora che
vissi eventi unici,
dal condottiero che sfidò
la monarchia con metodo avvolgente
fino alle scienze: vidi,
dopo Bacone e i suoi amici,
cader la mela sul capo del
Fisico studioso di gravitazione e sue appendici.
Nel frattempo, gli svedesi,
sotto assedio, persero terreno
e la situazione in Polonia
fu contorta;
il Sacro impero con il
regno di Prussia uscì di seno
e a sud del Porto i
fenomeni naturali presero una piega storta,
ma or ora ecco che, quasi,
dal moderno al contemporaneo la storia ci porta.
/----------/
Atto 3, parte 1:
dai celebri condottieri al Romanticismo
Età contemporanea,’700,
finale, ingresso nell’’800. Versi liberi. 3rzo schema metrico: AAA BBB -»
Sulla costa del nuovo
mondo il the inglese andò di traverso;
il beniamino di casa diede
ai fulmini inglesi un rapido cambio di verso
ed il generale fondatore
segnò per i suoi un destino diverso.
Verrà, poi, il mandato del
firmatario della dichiarazione,
anch’egli raffigurato in
viso per una futura generazione,
ma, ecco, che nel mese
giulio i cittadini francesi sviluppano la loro azione.
La declaration des droits
de l’homme et du citoyen fu allora per iscritto,
con il contributo del primo
eroe dei due mondi, or così descritto,
poi, da nord: «Vive Danton, vive Robespierre», alle mie orecchie dritto!
Fu regime, terrore, leggi
speciali, ma anche idealismo sociale,
per poi arrivare alla
costituzione di un direttorio baricentrale,
infin che arrivò lo
spirito del mondo a cavallo e il suo arsenale.
La filosofia, in quei periodi,
diede al mondo le idee più mirabili,
sistematizzate dal tedesco
dai pensieri inarrivabili,
anticipato da Critiche dall’odierno
lembo russo, per valore accostabili.
In Francia, parole come
dizionario ed enciclopedia divenner punti cardinali,
per indirizzare i vapori
europei e dare ad operai spilli, a mongolfiere ali,
a drammaturghi dolori, a
compositor suono ai flauti, a chimici idee speciali.
In larga scala, fu questo
un secolo d’avventure,
di scoperte nelle
estremità occidentali delle estese pianure
e a nord, dove un
evangelista rese le notti men scure.
Più a est, la mascolinità
al potere lasciò spazio al gentil sesso,
da Maria Teresa
all’imperatrice russa, subentrata al marito e al suo decesso
e nell’oltralpe del lusso
alla ghigliottina genuflesso.
A quel punto, ecco che,
munito di Codice, Napoleone incoronato,
dal bagliore delle spiagge
accecato,
ripiegò in terra ceca,
convinto che il lembo orientale avesse afferrato.
Ma lo spettro dell’eroe
dal mal di mare dalla sua mente non tolse le tende,
quando, primo tra i senza
baffi, dalla Madre prese sgridate tremende,
come un figlio
infreddolito che, espulso da casa, la cena attende.
Voyna i mir, takim obrazom
etot period byla opredelena Lev Tolstoj,
guerra che condusse alla
rovina dei francesi suoi:
un’Elba divenuta tramonto
inglese che scortò l’Europa ai viennesi corridoi.
Nel sud delle Americhe,
gli spagnoli furon, ormai indeboliti,
dai gritos de
independencia e de dolores definitivamente storditi,
‘chè il Bolivar el hombre
de America divenne, per i suoi enormi contributi.
Ma è in Italia che a breve
mi fermai,
a contemplare il
Risorgimento torinese e quel Milanese, non di meno, assai,
scendendo da nord, dopo i
belgi festeggiamenti con bandiere e calamai.
Una giovine Italia si
muoveva a gattoni dal basso verso l’unità
e l’eroe dei due mondi,
per un’azione futura, aumentava la sua popolarità,
per la quale colò bronzo
da New York a Genova per un’eterna immortalità.
Corna, spada e tavolozza,
religione a teatro:
queste furon, per il
futuro liceale, le armi morali in baricentro
e di una speranza
nazionale il sangue e l’inchiostro.
«O Europa quarantottina, cardine dei moti a luogo,
che per la libertà i
restauratori misi al giogo,
in lombardia, in cinque
giornate, nell’odierno capoluogo,
un secolo dopo riproponi
lo stesso scenario per la borghesia od il capitale?
nel raro giorno in cui la
Pasqua muove, dopo il primo plenilunio stagionale,
quando le forze USA
fermarono la nostra nefasta deriva connazionale.»
Forze atlantiste indebolite
da una guerra fratricida
iniziata quando il bel
paese si radunò sotto una sol guida,
guerra per cui la
questione della schiavitù rappresentò la più grande sfida.
L’oratore, padre di molti,
proclamò l’emancipazione dai padroni,
nel mezzo di aspirazioni
di secessione e colpi di cannoni,
ma fu un Brutale colpo di
pistola a fargli rassegnare dalla vita le dimissioni.
Il problema delle colonie,
più che in ogni altro periodo storico,
fu allor centrale, lungo
l’intera crosta terrestre, in modo cronico:
un imperialismo espansivo
sul mondo come nel torace il gettito sistolico.
La Bretagna divenne grande
e vittoriosa, in India e dominions, per tempo,
grazie alla trisavola
della seconda Elisabetta, in ogni campo
e quando il quinto Giorgio
ad altri imperi per estension non lasciò scampo.
Se gli inglesi dei coloni
fecer cittadini,
gli spagnoli della casa di
Dio voller farli inquilini,
‘chè sol di Filippo II e
del nipote la vedova i nomi iberici ebber nei destini.
Il gallo al porto rimase
senza ossigeno, colpito al polmone da una pietra,
poco prima che i francesi
furon a sud di Tunisi, dove la terra ferma arretra
e più in là fin nel
Morocco, dove Ulisse e i suoi frati ebber sorte tetra.
In filosofia il caldo
verdeoro lasciò spazio
al freddo esistenzialista,
soggetto del femminil screzio,
anticipato dal padre dei
poeti tedeschi e dal suo giovanil strazio.
Sempre in terra teutonica
apparve, poi, il famoso Carlo,
che, scomparso l’ideale,
non in ciel, ma in terra decise di cercarlo
e con il Manifesto si
propose, infin, di realizzarlo.
Scritti d’alta politica,
ma or pure popolari:
tre opere che i
componimenti italiani resero al mondo tanto cari,
spartiti usciti dalla penna
del maestro del Conservatorio e dai suoi breviari.
“Libiamo ne’ lieti calici,
che la bellezza infiora”
riecheggerà fin a Modena e
nei lidi greci, ancora
per figlio d’oronero che
d’isole Di Capr’e Montecristo tr’ossa creò dimora.
Il pentagramma scandì, tempo
prima, la vita di Donizetti,
poi, quella
dell’acconciatore di barba e baffetti
e quella del viennese
della cui sordità son scure le cause ma certi gli effetti.
Ecco, allor, che nella
scena irruppe, al galoppo, Dioniso,
portatore di un tema
nordico-medievale al tempo inviso
che lasciò l’amico
filosofo estasiato e contrariato e l’apparato critico diviso.
Estasi cruccio di un
pensatore
rilevante in questi
passaggi, d’Occidente accusatore,
e del metodo per il
tragitto dalla volontà leopardiana al Nirvana ideatore.
Umiltà e buona volontà il
destino riservò ai personaggi di quei tempi,
dal lago di Como, fin
oltre Manica, in fabbrica tra gli stampi
e, poi, nel sottosuolo
russo, dove l’autocoscienza ebbe risvolti più ampi.
Nel nuovo mondo, poetica e
prosa, come del DNA le eliche
si alternarono in
un’avventura, tra fiumi, mari e nature idilliache,
tant’è ch’anch’io mi
cimentai, in onor dell’universo, a mo’ di dediche.
/----------/
Atto 3, parte 2: “Azzurro is the color”
Età contemporanea,‘800. Versi liberi. 3rzo
schema metrico: AAA BBB -»
Cielo azzurro: Running along this green meadow
embraces me a light blue sky, world window...
my deeds will be seen from friends’eyes and c(l)ro(u)wd(s);
lucid mind, eyes on the horizon, fast pace...
my feet in contact with the earth, with dew my face,
from old to new world, I’ll show you the best place.
But, now, a music resounds in the distance...
harp strings are stretched and some girls do a dance
following their rhythm and frequence.
Running along this green meadow
embraces me a light blue sky, world window...
my deeds will be seen from friends’eyes and c(l)ro(u)wd(s).
Azzurro is the color, background for the future rainbow;
the storm is over, even the snow.
Soon the bell will sound and will begin the show.
From an atom to Shapley supercluster,
to Paradise through Hell center,
our way will no longer be gray and bitter.
A ball, now, quickly rolls on the field...
the Sagittarius arrow indicates me the direction over the peaks cold;
it will rise over there, where hope will turn the metal into gold.
Running along this green meadow
embraces me a light blue sky, world window...
my deeds will be seen from friends’eyes and c(l)ro(u)wd(s).
/----------/
Atto 3, parte 3: entrando nel secolo breve
Età contemporanea,’800,
finale. Versi liberi. 3rzo schema metrico: AAA BBB -»
Impressioni, al levar del
sole, da me percepite in quel momento,
le stesse che mossero i
polsi ed indirizzarono il parigino accento,
tra profumi di fiori,
veleni ed un antico abbigliamento.
Fugitif en France, Je me ai fait voyant,
grace à mon ami poète et a son enseignement,
dans un train avec des
poches cassées à la gare fermant.
Tra vocazione e conflitto
spirituale,
il nord Europa si
raffigurò nel pittor dal taglio d’orizzonte non accidentale,
tra grano e corvi...e nel
norvegese dell’illusione sociale.
Allor nel mar del secolo
breve il fiume della vita
mi volle trasportar senza
guida assistita,
ma io nuotai e ne uscii,
finchè la mia richiesta fu esaudita:
non più la draisina o la
locomotiva,
bensì una moto ed infin
un’autovettura di tedesca inventiva,
per sfrecciare nella
luminosa notte di lavoro estiva.
Che l’ultimo girone di
secolo compiuto
fu, in scala, un terremoto
per l’umana specie, in termine es-soluto,
all’imbocco me lo sussurrò
un italiano, temendone l’accaduto
e, ancor prima, il
naturalista britannico,
teorico dello scontro tra
distinte nature che ormai pareva antico
e che, dopo le cancellerie
di ferro, fu causa di conflitto bellico.
Dopo aver letto aforismi
di selvatica potenza,
ora un canto risveglia la
mia penna da tempo in quiescenza
e così scrivo, dopo aver
fatto del donnaiolo conoscenza.
/----------/
Atto 4, parte 1: “Walking in the city”
Età contemporanea,
inizio‘900. Versi liberi. 4rto schema metrico: AAAA BBBB -»
I walk the city, between a rain of questions and a fog of answers...
an electron gone crazy on the ring like a gangster,
running away from the historical center and its archers,
«You’ll get over it!»: to the policeman
observer.
I dive right into town harder than Ed’s ten thousand rocks,
but, now, race is suspended: smog makes negative the feedback.
Here, the eulogy of Pindar is contrary: a twisted flashback...
Transition from ultraviolet to infrared makes me sick.
I walk the city, between a rain of questions and a fog of answers...
I walk the city, between a crossroad of flames and a couple of
firefighters,
who are working between a rain of questions and a fog of answers,
running away from the historical center and its supermarkers.
A simple countryside background turns into a more complex city,
like a flute that becomes clarinet and then oboe at the university,
a low blow to the golden age of society,
Trampled by individualism and notoriety.
I dive right into town faster than sound of sirens;
a meaning becomes significant in pars destruens.
I dive right into the river of city faster than the sword of a discens:
an homo sapiens, who, drowning, becomes an homo sapiens-sapiens.
/----------/
Atto 4, parte 2: tra le guerre mondiali
Età contemporanea,‘900,
prima metà. Versi liberi. 4rto schema metrico: AAAA BBBB -»
Salutato Prufrock, ben
presto la sfera della stilo
si trasformò in pallottola
serba ed in un rovescio francese d’aereo profilo,
che sfociò nel conflitto
tra galli e germani, che nelle verdi terre trovò asilo
e nella dipartita ad est
dei russi, che dell’intera trama mi fece perdere il filo.
Un treno elvetico riportò
in patria il padre bolscevico,
che quand’in ciel l’ariete
al tor da spazio, le tesi pubblicò contro il nemico
e, quando autunno arrivò,
la rivoluzione prese un poter che non vi dico,
riorganizzando, in toto,
l’apparato dell’ultimo Zar e del suo ideale antico.
L’internazionalista ecco
che su tela bianca colora di rosso,
ma in litorussia si
sancisce la segmentazione degli stati a lui ridosso
e, seguentemente, si
troverà ad affrontare il più alto dosso:
la rivoluzione permanente
cederà in un sol paese al socialismo ortodosso.
L’ingresso nel conflitto
dei soldati con stelle e strisce sul petto
lasciò presagire per gli
imperi centrali un Caporetto,
divenuto certezza quando
gli ottomani sfidaron Lorenzo e il suo gruppetto
e i sovranismi nazionali,
infin, fecero alla vecchia alleanza gran dispetto.
Dai colori di Weimar al
braccio teso ariano il passo ora è breve,
breve come, nel frattempo,
la vita del poeta russo dalle lunghe leve,
che infin perdona il
collega che troppa vodka beve,
quando da dodici amici un
sol rimase a cui dar ultime parol di massa greve.
Quest’ultima, con la “M”
maiuscola,
fu tanto cara alla mente
tedesca di cui, oggi, il gran valor ancor si calcola
alla ricerca di un ponte
per il raggiungimento di una stella,
che lo Spazio tra due
Tempi ancora ostacola.
Rimanendo nel settore,
allor tra le figure geometriche la sfera prese piede,
dal cuoio d’India ai piedi
degli zebrati alunni che sott’alpi han la sede
e, poi, si scoprirà un
Pozzo di scienza calcistica, dopo’l Vate, d’alpina fede
che con Meazza, per il
doppio oro, al tavolo dei record, or ora, siede.
Ad est, al contrario, la
sfera fu in quel periodo
un sol levante che mise a
nudo conflitti pesanti oltremodo
in Manciuria e lungo il
suo confine scomodo,
la cui occupazion futura
inserì nella storia orientale il più profondo chiodo.
Gli Stati Uniti cedettero
ad una devastante depressione,
che di scovar l’uom dalla
grossa testa fu, forse, l’occasione
e per cui l’architetto
organico propose per l’edilizia una sostenibil visione,
ma ora ecco che il globo
si prepara ad un tempo di tremenda distruzione.
Fermi tutti! Con voi che
leggete ed udite devo esser franco:
questa è la pagina più
nera della storia che sta a noi a fianco,
tra fissioni d’atom e
deportazioni, anche se nel ricordar son triste e stanco
devo narrarne, com’alber
fiorito, che non può nasconder il marcio tronco.
Il governo tedesco con in
mano una Molotov mirò la Polonia
ed il lampo oltre Maginot
fu per i nemici una bieca epifania,
poco prima che’l duce
fondatore dell’impero gettò gli italiani nell’insonnia,
ma ecco che ad est le
intenzion si rivolgono, per malinconia di monotonia.
Sì, marcian i soldati...sì,
marcian verso il fronte...
sì, marcian i
soldati...prim l’elmetto, poi’l berretto sulla fronte,
per affrontare il freddo
grado che con l’Europa fa ponte,
ma lor aspetta la
sconfitta, sotto la statua alta come un monte.
Lo scenario allor mutò,
tra liberazione e resistenza:
De Gaulle e Churchill,
nell’ora più buia, regalaron una nuova adolescenza
all’Europa allorchè il
terzo Reich bruciò l’ultime volontà di potenza,
infin che il bunker fu
scenario dell’ultima violenza.
Violenza che fu nipponica
nelle isole a levante,
che fece piegare il capo
di mezzo oriente e a Berlino del figlio volante,
che, via mare,
cinquantasei volte penetrò e fu respinta, barcollante,
che venne sedata da un
abbagliante bagliore accecante...
Alla sbarra siedon ora,
mani giunte, sguardi in croce,
alla sbarra siedon ora, si
sussurra a bassa voce...
uno in fondo, lungo e
chino, sul suo viso un riso atroce,
vola basso...a breve vita
del veleno lo conduce.
Non violenza or mi conduce
verso il golfo del Bengala;
voci inglesi che mi dicon:
«Per le caste lunga scala!»,
ma ecco la grande anima,
che agli attivisti farà scuola:
l’indipendenza tanto
invoca e poi l’ottien e l’ultimo respir esala.
«E’ là il traguardo, compagno», allor sentii, «l’ultimo forte respiro!»
Le mie montagne davanti,
qui il Calamaio e la biro,
la Costituzione più bella
del mondo che ancor oggi ammiro
e una bottiglia d’acqua in
cui scioglier i partiti, tra Tour e Giro.
Il gesto meritava una
medaglia di Coubertin alla pari di Monti
e del maratoneta
cecoslovacco che, pian piano, ai freddi orizzonti,
così come il dolce pugile,
condusse i vecchi record sul viale dei tramonti...
quest’ultimo Hemingway
ammirò, prima dell’addio alle armi dei racconti.
Ma or ecco che soffia un
nuovo vento europeo,
degli Schuman, degli
Adenauer, che dell’ideale furon l’apogeo,
che oggi par tenue e
minuto, come sul viso di una vecchia amata un neo
e che pare dormir tra le
braccia del fratello di Morfeo.
Che dir poi di quel che
accadde a Cuba,
dove l’uom fedel al comune
e alla barba
pronunciò la famosa
sillaba,
finchè della fredda guerra
mezzogiorno diven l’alba
e, in seguito, di mezzi a
due ruote fu collezionista,
come di Vittorie italiane
d’Oscar il cineasta,
e di vittorie pur d’amore
Marlo Antonio, l’anticonformista,
che, infin,
dell’apocalisse diverrà protagonista.
/----------/
Atto 4, parte 3: l’incontro con il cantautore britannico
Età contemporanea,‘900,
anni 60. Versi liberi, endecasillabi, settenari. 4rto schema metrico: AAAA BBBB-»
Quando metà del cerchio
ebbi percorso,
che, da tempo, in
musicalità più non ero incorso,
tra le rocce rotolanti
alto uom vidi dalla popolarità rincorso,
che parea dalia bianca
invernale, con la chitarra sul torso.
Elvis lo chiamavano e
accanto a lui siedeva di Liverpool il cantautore,
dai tondi occhiali e d’Oriente
adoratore.
Quest’ultimo mi si
avvicinò e così parlò: «Io voglio esserti anticipatore
della sorte di questo
decennio, poichè del dubbio mi pari abitatore.
In lingua inglese or ti
parlo e canto:
la mia lingua, che in
madrepatria per la prosa fu del mondo incanto,
che ben presto in slang
trasmutò, nel nuovo mondo, per trapianto
che ora in Vietnam vuol
imporsi, motivo per cui vedi sul mio viso il pianto.
Verrà un tempo in cui il
dollaro allo spazio
e non più alle bombe
presterà servizio:
dell’irlandese sarà la
redenzione e delle missioni lunari l’inizio,
com’Ammasso che si
espande, abbandonando dei Vuoti il vizio.
Ma non sol la guerra, che
d’Alì e da qui echi produce
e che al cacciator ed al
supremo pugile ferite induce...
ora oltre Europa anche un
muro, che la collaborazione riduce
e che, non distante, al
sacrificio con il fuoco un giovane conduce!»
Allontanatosi, col piede
perno,
(qui in endecasillabi lo
esterno)
questo mi ricordò l’ancor
odierno
verde record e il re del
calcio eterno.
Dieci sillabe e l’accento,
in onor del numero sulla sua maglia
e delle dieci centinaia di
gol, di quella soglia...
or però torno al verso
plurisillabo, a questa taglia,
che di contenuti e prosa e
non di metrica questa storia sarà figlia.
Sol qui faccio eccezione,
(settenario in azione)
per i settanta,
entrandone,
per codesta frazione.
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Atto 4, parte 4: l’incontro con il premio Nobel italiano
Età contemporanea,‘900,
anni 70. Versi liberi. 4rto schema metrico: AAAA BBBB -»
Ecco gli anni settanta,
tra dritti e rovesci dello svedese
che l’ultima coppa alzerà
a braccia distese
l’anno in cui i suoi
colori faran paura alle difese,
per la prima volta sul
petto del Pibe de Oro, nel suo paese...
«Tu che di cloro e sciolina, di ossigeno e Mercuryo,
dei record di Spitz e
Stenmark, per lor ricordo augurio,
or, in questi anni scrivi,
affinchè non diventi spurio,
in verso libero, com’io
faccio, contro il poetar serio,
non ti dimenticar della
riviera tua, dei gialli limoni, degli specchi d’acqua!
Io di Zena sono
originario, là dove obliqua
la costa diventa e
prosegue, al mar propinqua,
fino ai lidi ove la
schiuma le lacrime del Foscol ancor risciacqua.»
Così il poeta mi fermò, in
questo modo argomentando
e, vedendomi assorto,
continuò, quasi cantando:
«La Liguria nostra, rammenta» e il tono aulico si fece da blando,
«l’Italia e l’Europa andran fin al tuo secolo via via ammirando,
per fama di santi e ancor
più di cantautori,
di sale, di mare, di rivi,
di Cogo e i suoi colori.
Ma il premio mio lor non
avranno, sebben creditori,
per l’union di musica a
parole, per error degli svedesi senatori.»
Finito di parlare si
adombrò, tra pini marittimi,
così come finì il settimo
decennio, in pochi attimi,
così irripetibili, così
sublimi,
veloci come i morsi del
cannibale, tra colli altissimi.
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Atto 4, parte 5: l’incontro con i grandi atleti americani
Età contemporanea,‘900, anni
80. Versi liberi. 4rto schema metrico: AAAA BBBB -»
Di Bene in meglio, in onor
della macchina attoriale,
io, con i sensi
amplificati, in maniera accidentale,
da lontano allora scorsi,
al fondo di strada rurale
all’orizzonte due atleti
volare, che parean muniti d’ale.
L’un volgeva il capo al
cielo, l’altro l’asfalto radeva:
tanto più uno con il
braccio creava leva,
tanto più l’altro veloce
correva,
‘chè, Magicamente, dei
vari record più nulla rimaneva.
Come vento di tornado
d’Alabama,
del secondo, in un baleno,
ebbi davanti la sagoma,
velocemente, come
desiderio di parlare chiama
chi di dar notizia ha
particolare brama.
«In questi anni», cominciò, «di cento metri in cento metri
mi presentai alla partenza
ed ai suoi nastri...
l’or per me fu fuso a
litri
e la storia dello sport mi
collocò nei suoi registri.
Un giorno, poi, di
velocità umana
il limite superai, tanto
che il ghepardo d’origin africana
e il suo scettro non furon
più alla lontana.
Ma com’io credo, o anima
italiana,
se tu sei del nuovo
millenio, saprai
che di me arrivò un uomo
più veloce assai:
un fulmine così giallo non
fu visto mai!
Ma ora devo andare, spero
mi perdonerai...»
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Atto 4, parte 6: dal canale della Manica a via Vigna
Età contemporanea,‘900,
ingresso negli anni 90. Versi liberi. 4rto schema metrico: AAAA BBBB -»
Salutato l’amico, in
moonwalk raggiunsi
il nord del continente
mio, quasi ad occhi chiusi...
lì lessi i titoli dei
giornali diffusi
che dicevano: “Primo
ministro donna per gli inglesi!”
Allor fu liberismo, che
alla parola
sostituì il fatto e che
della ripresa la strada calcola.
Esso, come prete, celebrò
il matrimonio a mo’ di festicciola
con l’Hollywood americana
e la sua stella.
Infine subentrò il
Segretario russo,
che dei predecessori e del
successor discusso
non sol per desinenza fu
diverso,
ma per esser stato origin
del deflusso.
Nel novantuno, durante il
decimo mese,
a cavallo del caso lituano
e delle pretese
d’indipendenza, per le
relazioni tese
le dimissioni rassegnò nel
suo paese.
In quel mese, il primo
giorno, nacque il bimbo che c’è in me,
nella città che Piace per
architettura e buon costume,
Primogenita, tra le figlie
del reame,
dove il Po, curvando, crea
svariate forme.
Giove mi munì di freccia e
di raggi il Sol e la sua criniera,
poichè il prim respiro
esalai di sera...
crebbi, poi, nel
ciriacese, dove la stagione fredda è più severa,
nella via da cui prendo il
cognome, che l’antico mezzo onora.
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Atto 5: Marte ed il futuro della Terra
III millennio - età futura. Versi endecasillabi. 5nto schema
metrico: AA BB -»
Or al termine la storia
conduce:
poichè per ragione di
tempo truce
l’esposizione orale si
riduce
ad un’ora, in favor di
vostra pace.
In pari sillabe ora
preferisco
ivi trasmutare il
racconto, al tacco.
D’Iraq e d’Israele, qui,
sorvolo
e, quindi, dell’americano
ruolo.
Di Phelps, di Totti, di
Brady, ricordo
poichè per loro mostro
gran riguardo.
Ma, avanti, il ciel, ora, gli
umani scrutano:
i grattacieli s’alzan
piano piano
dagli Emirati, all’Arabia,
fin a Tokyo,
fino ad un miglio, quasi a
sfidar Dio...
Infine di Maschera ci
orneremo,
sfidando il rosso Marte,
questo temo...
e da un supercontinente ad
un altro,
l’obiettivo, là, sarà
salvarsi, entro
l’assorbimento nel Sol
della Terra,
allor dal conseguente
effetto serra.
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FINE - THE END